Covid-19: l’Europa è con noi o contro di noi?

Oltre all’emergenza sanitaria, l’Italia sta vivendo una grave emergenza economica e.

Tutte le produzioni sono ferme come anche le esportazioni, il turismo e, cosa ancora più grave, non sappiamo per quanto tempo ancora.

E l’Europa? In questa crisi sono coinvolti tutti i paesi del Mediterraneo, neanche la Germania è esente anche se il suo picco virale è ancora da realizzarsi.

L’atteggiamento dell’Europa, di fronte alle necessità dell’Italia, primo paese colpito, e ai provvedimenti di emergenza che ha adottato, è quello di non interrompere il patto di stabilità che ha avuto come conseguenza il crollo dei titoli italiani.

Di fronte alla presa di posizione di Christine Legarde è dovuto intervenire, con tutta la sua autorità, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ricordando che l’Italia in difficoltà “si aspetta iniziative di solidarietà e non mosse che possano ostacolarne l’azione”.

Una risposta al più alto livello istituzionale che ha avuto come conseguenza il passo indietro della Legarde, ma il danno era stato già fatto!

L’emergenza attuale è diversa da ogni procedente emergenza economica e necessita pertanto di provvedimenti speciali che non abbiano nulla di punitivo, bensì siano il risultato di una politica di solidarietà e sussidiarietà che dovrebbe stare alla base di una Unione nata sotto questi principi, oggi del tutto disattesi.

Non vi è dubbio che i paesi in piena emergenza Covid-19 debbano poter attingere da un fondo monetario per salvare le economie nazionali e non vi è dubbio alcuno che l’economia italiana va salvata e non ammetteremo mai che vi possano essere paesi che, in un momento di grave difficoltà come quello che stiamo vivendo, possano imporre regole che più di solidarietà sanno di imposizione, di dominio e strozzinaggio sui paesi in difficoltà.

 Il fondo salva stati è un prestito su garanzia. Solo che non si ipoteca la casa al mare ma la casa di famiglia e il doppio quinto dello stipendio. Dopo rimane solo di andare a dormire sotto i ponti e andare a mangiare alla Caritas. Ponti e “caritas” sono ovviamente in proprietà dell’Europa!

Sunt lacrimae rerum!

A questo gioco Unità Siciliana non ci sta!

Il ricorso al fondo di solidarietà è dettato dalle nuove circostanze e deve esprimere tutta la sua potenza di fuoco per dare profondo significato al concetto di solidarietà che ispirò i padri fondatori della Comunità Europea.

Realisticamente non si vede una Italexit. Tuttavia occorrerà al più presto rivedere il patto costitutivo europeo. Non siamo ne una federazione né una confederazione di stati. Dobbiamo mantenere la sovranità che è fortemente messa in dubbio e andare in direzione di un sistema mutualistico tra gli stati

È utile ricordare ai paesi del Nord Europa che fummo tutti emotivamente e finanziariamente solidali all’annessione dei paesi dell’est e all’unificazione della Germania; in quella occasione nessuna voce si alzò per negare la libertà nè fu imposta alcuna supremazia.

Proviamo un profondo disappunto nel dover oggi affrontare il tema del tentativo di espoliazione da parte delle economie più forti: più della disgrazia potè l’orgoglio!

L’orgoglio di un paese che resiste, solidale, unito e mai schiavo!

Unità Siciliana – LE API

Salvatore Giunta, Anna Stella, Giancarlo Palmeri, Giovanni Di Trapani