Unità Siciliana – LE API: come ripartirà la Sicilia dopo il COVID-19 ?

Certamente non sappiamo come e quando usciremo da questa situazione tanto grave quanto complessa, perché è un enigma dove e come la pandemia abbia preso origine ed ancora perché nulla si conosceva del covid-19 e quasi nulla ancora si sa; grave perché nessuno aveva presagito la gravità di una pandemia così contagiosa e mortale.

Stiamo vivendo un momento che in qualche modo ricorda l’immediato dopoguerra: il coprifuoco, i decessi, l’impossibilità di spostarsi liberamente, la crisi economica.

Eppure anche di fronte ad una guerra disastrosa per tutti, che sterminò una generazione di giovani, che seminò distruzione e morte dappertutto, che distrusse l’economia italiana e siciliana in particolare, l’Italia seppe sollevarsi e si ebbe quello che fu chiamato “boom economico”.

Ripartirono le industrie, si costruirono le infrastrutture, ripartì l’alfabetizzazione e l’economia, il paese si modernizzò fino a diventare la quinta nazione più industrializzata del pianeta.

In tutto questo la Sicilia è rimasta ai margini, è cresciuta ma non come il resto del paese.

La stessa cosa potrebbe verificarsi domani: nell’attuale contingenza potremmo essere esclusi da un processo di rinascita e di crescita economico-sociale.

Dipenderà esclusivamente da noi, dalle capacità che potremmo mettere in campo e non ultimo dalla governance che così riusciremo a creare, entrare nel flusso virtuoso della ripresa per cui occorrerà superare la spaccatura tra Nord e Sud, la contrapposizione tra interlocutori sordi ed ogni condizione di rivalsa.

Una contrapposizione tra poveri non gioverebbe a nessuno, anzi favorirebbe il Nord, più forte e ricco.

Dobbiamo trovare la voglia di stare insieme ricercando un “contagio virtuoso”.

A tal proposito il “Progetto Sicilia”, da noi più volte evocato, può rappresentare un massimo comun denominatore che elimini le posizioni di scontro e ricerchi l’unità di intenti, sostenendo alcune giustissime rivendicazioni del Sud.

C’è uno strappo da ricucire, c’è da curare un “corpo” nazionale, ricercare un sistema che tocchi tutti (poteri forti, poteri deboli, politica, istituzioni, scuola, sanità, …) ed andare verso un riequilibrio tra i vari “organi” e ritrovare una coscienza del Sud per una politica diversa con una governance forte.

E’ l’occasione di un grandissimo rilancio italiano partendo dal Sud: mettere insieme attorno ad un progetto unitario gli interessi di tutta la nazione per colmare le differenze tra nord e sud già esistenti e emerse drammaticamente in questi dolorosi frangenti.

Bisogna costruire un sistema equilibrato con una politica del Sud forte che sia in grado di interpretare tre momenti epocali: la rivoluzione informatica, la globalizzazione e il coronavirus.

In tutto questo rileviamo da una parte la “povertà culturale e umanistica” che in questi difficili momenti sta esprimendo l’Europa. Dopo questa dolorosa esperienza nulla sarà più come prima; ciò comporterà doversi riconsiderare su basi diverse l’esperienza e il patto comunitario europeo.

 I fatti recenti hanno evidenziato da un lato il fatto che vi sono paesi e realtà considerate il Sud rispetto a qualche altra e quindi la necessità di un patto rinnovato, a livello nazionale ed europeo, su base solidaristica e sussidiaria per trasformare una comunità ora basata sugli algidi numeri, in una comunità di persone, uomini e donne uniti da una civiltà e  una storia comune e da sentimenti di umana empatia e solidarietà.

In tal senso rileviamo con una certa soddisfazione il senso del dovere e la passione che medici, sanitari, forze dell’ordine, volontari, dimostrano in questa durissima battaglia. A loro va il nostro grato pensiero.

A firma di: Salvatore Giunta, Adriano Nicosia, Anna Stella, Giancarlo Palmeri, Giovanni Di Trapani

Unità Siciliana – LE API