Crescita Economica e Decreto Legge CURA ITALIA 17 marzo 2020

Il Governo Nazionale passa ai fatti dopo intere settimane di comunicati e di interventi più o meno
salvifici per bloccare la crisi economica causata dal coronavirus.
Apprendiamo che, alla fine, l’intervento dello Stato ammonterà a circa 25 miliardi di euro con i quali le
aziende ed i cittadini italiani dovranno rimettersi in carreggiata e far ripartire la crescita economica
della Nazione.

Come SINALP ci auguriamo che tale somma sia sufficiente a far ripartire veramente il motore economico
dell’Italia, perchè in caso contrario sarà la fine di questa Nazione, nata male e finita peggio.
D.LI. Apprendiamo dai quotidiani nazionali che la Germania con 82 milioni di abitanti ha stanziato per la
ripresa economica “appena” 550 miliardi di euro e la Francia con 60 milioni di abitanti ha stanziato per lo stesso
motivo “appena” 300 miliardi mentre l’Italia con 60 milioni di abitanti mette sul tavolo la somma di 25 miliardi di
euro.

Se tutto ciò corrisponde al vero sorge spontaneo oltre che legittimo avere dei dubbi sulla reale volontà
del Governo di voler far riprendere questa Nazione.
Ma volendo essere positivi e volendo dare piena fiducia a questo Governo ci auguriamo, per il bene di
tutti, che le somme stanziate siano gestite con oculatezza e realmente sufficienti.
Chi ci governa dovrebbe avere l’onestà intellettuale di ammettere che questa Europa, che non è
certamente quella voluta dai suoi padri fondatori che parlavano di Europa dei popoli, deve essere
riformata fin dalle sue fondamenta se non vogliamo scomparire come Nazione e Popolo.
La Grecia è già stata distrutta, la Gran Bretagna ha capito che in questo contesto non aveva spazio e
ruolo e si è tirata fuori riuscendo a bloccare ogni tentativo messo in campo dai “potenti” di Bruxelles
per impedirne l’uscita, ed oggi probabilmente tocca all’Italia.
Preghiamo tutti i santi che chi ci governa si renda conto di quello che sta succedendo e non offra la

morte dell’Italia alle multinazionali della tedesca Europa.
La nostra Nazione, da nord a sud, è formata da piccole e medie imprese che da sempre sono state la
struttura portante della nostra economia e grazie a loro e alla vituperata LIRA eravamo riusciti a
raggiungere il 5° posto al mondo per prodotto interno lordo.
Il Governo Italiano ha il dovere di difendere queste aziende dall’attacco messo in atto dai grandi gruppi
stranieri che si stanno già preparando a banchettare su quel che resta ancora di italiano tra le imprese
presenti sul nostro territorio.
Riceviamo parecchie sollecitazioni da parte delle piccole Aziende che sono in contatto con noi
attraverso il nostro Ente paritetico ENBILGEN di attivare delle iniziative e soluzioni che siano in grado
di trasformare questo momento di crisi in nuove opportunità per il sistema produttivo, in soluzioni in
grado di alleggerire il peso burocratico che grava sulle aziende che risultano ingessate e quindi non in
grado di esprimere il loro reale potenziale imprenditoriale.
Bene le misure previste dal Decreto Legge Governativo “Cura Italia” ma non possiamo fermarci solo a
queste soluzioni che concretamente serviranno solo a rallentare e rimandare per alcuni mesi una crisi
sempre più crescente e disastrosa per il nostro tessuto imprenditoriale nazionale.
Ci auguriamo che il Governo Nazionale si renda concretamente conto e non solo a parole, che la ripresa
della Nazione Italia potrà ripartire solo liberando le aziende di lacci, laccioli e burocrazia, permettendo
loro di esprimersi nel pieno delle loro potenzialità.
Ci auguriamo che il Governo Nazionale si renda conto che solo investendo massicciamente al sud si
darà l’impulso alla ripresa economica dell’intera Nazione, non è pensabile che l’Italia speri di uscire da
questo tunnel di piena crisi concentrandosi solo su una parte del suo territorio, abbandonando al suo
destino tutto il resto, se ciò non avviene si continuerà a parlare di Italia a due velocità, di regioni ricche
e regioni povere e di sistemi infrastrutturali non omogenei tra nord e sud, tutte cause delle
disuguaglianze da sempre denunciate dalle aziende del sud ma anche del nord con opposte ragioni.
Investendo al sud, in quel sud che da solo rappresenta mediamente oltre il 73% delle vendite delle
aziende nordcentriche, l’impulso sarà di tale portata che le regioni del nord ricominceranno a macinare
utili e fatturati creando quell’effetto traino che l’intera Nazione vuole, sud compreso.
Continuare ad avere una visione miope che si concentra solo sull’immediato ed investe solo su quei
territori che sono ritenuti “più produttivi” ed abbandonando tutto il resto, non crea certamente sviluppo
e crescita economica ne per il nord ne per il sud.